Annie Ernaux premio Nobel per la Letteratura 2022 / racconto di vite in un supermercato – Guarda le luci, amore mio

Guarda le luci, amore mio. No, non è Natale. No, non sei dal dentista e no, non sei al luna park, ma in un supermercato della nota catena francese Auchan; eh sì, anche lì ci sono molte luci e l’effetto Barbara D’Urso è dietro l’angolo!

L’effetto sorpresa dell’ambientazione di un intero romanzo, seppur breve (60 pagine) in un supermercato, ci conduce a una riflessione sulle azioni che diamo per scontate perché semplici, come quelle di accedere alle vie dello shopping cittadino, ma che fanno comunque parte delle nostre giornate e non dovremmo inserire il pilota automatico, quasi dimenticandoci di star conducendo un carrello con le ruotine storte, potenzialmente pericoloso per quella pila di scatole di biscotti…ops! Troppo tardi!

La semplicità è ricordarsi di dettagli infinitesimali, ma importanti per noi, è il rendersi conto che ogni azione ha un proprio peso. La stessa disposizione dei prodotti in un supermarket risponde a esigenze di marketing e gli stereotipi duri a morire sono lì a ricordarci che risulta sconveniente per una bambina acquistare il diario di un supereroe (da amante dei film della Marvel, ne so qualcosa!) al posto di una copertina maggiormente calzante con l’immagine della Barbie.

Non ci rendiamo conto che siamo portati ad acquistare i prodotti che si trovano vicini all’ingresso, per pura coincidenza pure in offerta e in formati ultra, extra, super, mega, che avanzeranno nelle nostre dispense per mesi e mesi, magari senza essere neppure consumati.

Noi siamo un prodotto, siamo l’identità che si cela dietro alle nostre carte fedeltà (che poi tutta questa fiducia sin da subito non la diamo alle persone, figuriamoci a una catena di negozi!). Tuttavia, siamo anche persone che tra gli scaffali di un supermercato si perdono nei ricordi: quel quaderno che andava di moda dieci anni fa ed è tornato in auge ci fa sentire meno out, quella scatoletta di ceci ci ricorda il doloroso periodo della dieta a zone, e quel contenitore di plastica pieno di biscotti burrosi ci fa pensare ai chili che abbiamo ripreso subito dopo.

Ogni piccolezza, ogni consuetudine, per dirlo con le parole della grandissima Ernaux, racconta vite, le nostre e per questo degne di essere ricordate e registrate in un diario come ha pensato di fare lei. Concludo con un ricordo musicale in cui il video dell’intera canzone è stato ambientato in un supermercato: si tratta di Haven’t met you yet del mio cantante preferito, Bublé e capisco sempre più che non aveva tutti i torti a dichiararsi in quel luogo; al riparo dal mondo esterno, la coppia si fa tale scegliendo cosa mangiare per cena.

E quindi uscimmo a riveder le stelle. I Pan di Stelle!

Alla prossima, Edo e Gilly, i tuoi bookbloggers di fiducia!

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