Collaborazione con l’autrice Daniela Piu @afunnydespair
Il documentario, di cui vi consiglio la visione, è reperibile come estratto al seguente link sulla piattaforma YouTube. Mentre, nella forma integrale è al link a cui vi condurrà un semplice clic sui pulsanti sottostanti.
Segue la recensione.
In sella a una bici, senza niente, una bambina parte per Pola fino a raggiungere Venezia e infine Fertilia. Sua sorella si stabilisce dall’altra parte del mondo, in Australia. Immaginate di incontrare quella bambina dopo diversi anni e di fermarvi a pranzo da lei. Si ricorda ancora il piatto di pasta e fagioli fumante che l’aspettava, insieme all’amore di sua nonna che glielo aveva preparato. Un bambino corre e si tuffa nel mare, il suo elemento e anello di congiunzione con le sue radici; anche i suoi occhi sono blu e immortalano, guardando attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica, istanti che dureranno per sempre.
Una signora mette in vendita i suoi mobiletti istriani per dare loro una seconda vita, come la possibilità donata ai profughi giuliano-dalmati, dagli abitanti della Sardegna e, in particolare, di Alghero e Fertilia, luoghi di accoglienza e unione. Una signora, per superare la nostalgia della terra natia, conserva come souvenir da ogni viaggio nella sua antica patria, dei sassolini delle coste della sua Orsero e trasmette incessantemente alle nuove generazioni il senso di appartenenza. Chiudiamo gli occhi. Siamo su una barca, in balìa delle onde; cantiamo canzoni della nostra tradizione per coprire il rumore dei singhiozzi e custodiamo una speranza tutta nuova di tornare a vivere serenamente, uniti dallo stesso mare, dallo stesso amore.
Toccante ricostruzione delle vicende storiche di Fertilia, degli anni ’40 e ’50 del Novecento, a partire dalle voci commosse dei testimoni oculari dell’esodo istriano. L’avvenimento ha inizio dopo l’occupazione dei territori dove risiedevano, da parte della Jugoslavia di Tito. Si tratta di un periodo confuso e celato che rivive nelle storie di chi ha lasciato le proprie radici e le proprie sicurezze e di chi ha accolto, con un sentimento di reale fratellanza, i profughi, fino a diventare un’unica grande famiglia. Un lieto fine che non permette di dimenticare la nostalgia della terra natìa, ma che cicatrizza le ferite passate, attraverso i nuovi legami nati proprio nella città di Fertilia. Il vivo ricordo dell’accaduto è testimoniato dal Giorno del Ricordo, il 10 febbraio di ogni anno e da una colonna commemorativa dell’esodo istriano che recita: «Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraternamente gli esuli dell’Istria di Fiume e della Dalmazia».
Con sincera emozione ringrazio Daniela Piu per avermi dato la possibilità di ascoltare le vostre testimonianze e di far conoscere la vostra pagina di storia a un maggior numero di persone. Vi ringrazio dal profondo del mio cuore e vi abbraccio.
-Giulia Abbruzzetti @studia.con.hapax
Sul nostro profilo Instagram e sulla pagina Facebook, Magna Istria, troverete un carosello di immagini e un video dedicati a questa storia. Link di seguito.