La Canzone della Famiglia risuona nel cuore di Kino al risveglio in una povera capanna e prima di lui gli animali in cortile cantano l’arrivo dell’alba. Tuttavia, in questa scena idilliaca compare la Canzone del Male: un pericolo mortale incombe sul figlio di Kino, Coyotito.
La madre Juana decide, risoluta, di andare dal medico il quale aveva a noia la povera gente e soprattutto loro, che erano indios, mentre lui aveva conosciuto la civiltà parigina.
Solo un lauto pagamento avrebbe potuto convincerlo a curare il piccolo Coyotito e le speranze dei due genitori erano riposte nella vecchia canoa della famiglia, che serviva loro per cercare una perla preziosa. Kino immaginava Coyotito con nuove vesti, capace di leggere e scrivere, fuori dalla bolla dell’esistenza che avevano condotto fino ad allora.
Il tono solenne e biblico di Steinbeck trasporta il lettore nel mondo bucolico al sicuro dai mali del mondo, che viene attraversato da ribaltamenti della sorte che sembra attaccare chi pecca di tracotanza. Restare dove si è o tentare la fuga? Questo è il dilemma.
Un’opera breve ma molto intensa, una metafora che conduce a molte riflessioni. Amate Steinbeck o vorreste iniziare a leggerlo ❓️
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Hapax Legomenon 